Il deflusso ecologico o ecological flow: i nuovi indirizzi a livello europeo e nazionale
Già la il Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee (Water Blueprint Strategy), elaborato dalla Commissione Europea nel 2012, aveva fatto emergere l’importanza che la gestione quantitativa della risorsa idrica riveste nel raggiungimento degli obiettivi della Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE,.
In tal senso il Piano aveva infatti introdotto ufficialmente il concetto di deflusso ecologico (in inglese ecological flow o e-flow) ossia del “volume di acqua necessario affinché l’ecosistema acquatico continui a prosperare e a fornire i servizi necessari”, evidenziando l’impegno della Commissione a sviluppare una comprensione comune di questo concetto e del modo con cui calcolarlo.
La Guidance del 2015 detta queste principali indicazioni:
• dare attuazione alle linee guida comunitarie prevedendone il completo recepimento durante il terzo ciclo di pianificazione (2015-2021);
• considerare il ruolo delle e componenti morfo-idrologiche e degli elementi di qualità biologica non solo in relazione al raggiungimento degli obiettivi della Direttiva Quadro ma anche di quelli eventualmente più restrittivi stabiliti dalle Direttive Habitat e Uccelli;
• valutare gli impatti ecologici indotti dalle alterazioni idrologiche attraverso indicatori biologici adeguatamente sensibili a tali alterazioni
• selezionare i metodi più appropriati in funzione dei dati disponibili e della severità degli impatti.
I contenuti della linea guida della Commissione europea si possono così riassumere:
• Analisi del contesto europeo per la determinazione e mantenimento dell’e-flow
• E-flows nella valutazione dello stato e degli obiettivi ambientali
• Valutazione degli impatti e delle pressioni idrologiche
• Programmi di monitoraggio
• Definizione dell’e-flow e analisi del gap con la situazione attuale
Il documento fornisce quindi indicazioni, condivise a livello comunitario, per la determinazione del deflusso ecologico e per la definizione delle misure necessarie all’applicazione del deflusso stesso.
Il primo aggiornamento del Piano di gestione delle acque del Distretto idrografico delle Alpi Orientali, approvato con DPCM di data 27 ottobre 2016, già prevedeva l’emanazione, in attuazione degli indirizzi comunitari, di apposite linee guida nazionali da parte del Ministero dell’Ambiente per la Tutela del Territorio e del Mare. Inoltre, le misure di tutela dei corpi idrici, in relazione ai prelievi per l’uso idroelettrico, impegnano le Regioni e Province Autonome che fanno parte del territorio distrettuale ad aggiornare i propri strumenti di pianificazione settoriale al nuovo concetto di deflusso ecologico.
- assegna alle Autorità di bacino distrettuali il compito di coordinare le attività di adeguamento degli approcci metodologici da utilizzare per la determinazione del DMV ai criteri fissati dalle linee guida nazionali;
- istituisce presso ISPRA il Catalogo nazionale dei metodi di calcolo del deflusso minimo vitale, alla cui definizione e aggiornamento provvede il Tavolo Tecnico Nazionale (TTN), presieduto dal Ministero dell’Ambiente. Il TTN verifica la congruità tecnico-scientifica delle metodiche proposte per l’inserimento nel catalogo in relazione ai principi di definizione del deflusso ecologico;
- prevede di articolare il Tavolo Tecnico Nazionale in Gruppi di Lavoro Distrettuali (GLD) sulla base delle ripartizioni territoriali. I GLD possono richiedere il supporto delle strutture tecniche competenti nel monitoraggio ambientale, idrologico e nell’analisi delle pressioni, al fine di realizzare la migliore sinergia fra i rispettivi programmi.
La struttura delle Linee guida nazionali (clicca sui contenuti specifici):